Uno studio indipendente condotto su quattro clienti di RELEX evidenzia una relazione concreta tra riduzione degli sprechi alimentari e impatto ambientale nel food retail
Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e aumenta la pressione dell’opinione pubblica verso l’adozione di pratiche maggiormente sostenibili. Lo spreco alimentare è finito nel mirino per le sue ricadute sociali ed economiche, oltre che ambientali, e fortunatamente molti governi stanno avviando iniziative per combatterlo. Solo per fare un esempio, gli Stati Uniti, dove fino al 40% del cibo prodotto va a finire nella spazzatura, si sono impegnati a tagliare lo spreco del 50% tra il 2015 e il 2030.
Anche se la maggior parte degli sprechi è imputabile ai consumatori, le economie di scala mettono i retailer in condizione di incidere sul problema più dei singoli acquirenti. Migliorando i processi di pianificazione e la visibilità sulla supply chain, i retailer possono ridurre lo spreco dei prodotti alimentari fino al 40%, un risultato particolarmente positivo per la redditività aziendale, oltre che per l’ambiente.
A RELEX siamo consapevoli dell’importanza della sostenibilità nel retail, per questo abbiamo avviato una collaborazione con Gaia Consulting per condurre un’indagine indipendente sull’impatto del taglio dello spreco alimentare sulle emissioni di CO2. Abbiamo cercato di misurare in modo obiettivo come la riduzione dello spreco si riflette concretamente sull’impatto ambientale di un’azienda.
Ridurre lo Spreco di Cibo e L’impatto Ambientale Ottimizzando la Previsione e il Riordino
Lo studio, Make a Difference: Cutting Food Waste and Carbon Footprint through Optimized Forecasting and Replenishment, evidenzia i risultati ottenuti da quattro clienti di RELEX che vendono prodotti alimentari freschi con vari modelli di business: Bünting (supermercati), Kolonial.no (solo online), Menigo (all’ingrosso) e WHSmith (negozi di prossimità).
Lo studio ha esaminato i dati sulle vendite e sullo spreco di cibo sia prima che dopo l’implementazione di RELEX. Tutti e quattro i retailer coinvolti nello studio hanno ridotto significativamente lo spreco, e ciò ha influito positivamente su margini e redditività. I risultati relativi ai mancati sprechi sono stati quindi tradotti nel corrispondente risparmio delle emissioni di CO2.
Kolonial.no è il più grande retailer alimentare online della Norvegia e ha ridotto del 44% lo spreco di cibo. In tal modo, l’azienda risparmia 228.000 kg di anidride carbonica l’anno, che corrisponde all’impronta di carbonio di 103.743 bistecche di manzo. Bünting, uno dei maggiori retailer alimentari della Germania, ha ottenuto risultati simili. L’azienda ha ridotto le emissioni di CO2 di 265.000 kg, pari all’impronta di carbonio di 120.411 bistecche. WHSmith ha tagliato lo spreco alimentare del 26%, riducendo la propria impronta di carbonio dell’equivalente di 106.087 bistecche, mentre Menigo ha ridotto le emissioni di CO2 di 302.000 kg, pari a 137.320 bistecche.
Il Progetto EcorNaturaSì
L’attenzione di RELEX per la sostenibilità ambientale e gli ottimi risultati raggiunti nella gestione dei prodotti alimentari freschi, di cui questo studio è solo una delle molte testimonianze, hanno convinto EcorNaturaSì ad avviare un progetto di ottimizzazione della supply chain end-to-end. L’azienda leader in Italia nella produzione e distribuzione di alimenti biologici, da sempre all’avanguardia nell’adozione di pratiche socialmente ed ecologicamente responsabili, ha scelto di gestire la pianificazione agricola e il riordino di depositi e punti vendita in un unico sistema totalmente integrato. Un’opportunità di verificare l’impatto cumulativo della riduzione dello spreco alimentare sia a valle che a monte della catena di produzione e della supply chain.